La maggior parte delle stime attuali indica che entro il 2028 l'India sarà il Paese più popoloso del mondo, e più grande è la popolazione, maggiore è la necessità di trasporto. Il governo indiano sta valutando molto seriamente la necessità di incorporare l'HVO100 nel mix di carburanti per i trasporti.

L'HVO si sta rivelando un successo e in tutto il mondo si stanno costruendo impianti di produzione, principalmente convertendo le raffinerie di petrolio esistenti in bioraffinerie HVO. Il problema di questo mercato è che le raffinerie di oli vegetali commerciali su larga scala si basano sull'olio di palma come materia prima più comune, la cui coltivazione è considerata dannosa per l'ambiente. In India non esiste un impianto HVO, ma l'Indian Oil Corporation ha studiato la co-trattazione di oli non commestibili e oli da cucina esausti (UCO) nelle raffinerie di petrolio. Con questa tecnologia, non è necessario creare una nuova unità di lavorazione green field, ma sono necessarie solo piccole modifiche all'impianto di lavorazione del petrolio esistente.

Per l'integrazione dell'HVO100, tra l'altro, nel maggio 2018 il Gabinetto indiano ha approvato la nuova politica sui biocarburanti, che è stata notificata nel giugno 2018. L'obiettivo della politica è quello di consentire la disponibilità di biocarburanti sul mercato indiano e a tal fine ha proposto un obiettivo di miscelazione del 5% di HVO nel diesel entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, la politica raccomanda, tra l'altro, la creazione di bioraffinerie di seconda generazione (2G) e lo sviluppo di nuove tecnologie per la conversione in biocarburanti.

In India si stanno pianificando i primi progetti per una rete di stazioni di rifornimento HVO100, anche se la realizzazione è ancora marginale.